Riflessioni, Massimo Prearo

Riflessione
7 febbraio 2020

ProVita & Famiglia, l’associazione nata al World Congress of Families di Verona, un anno fa, dal matrimonio (naturale) di ProVita Onlus (già Notizie ProVita) di Toni Brandi, uomo animato e ispirato da Forza antica ma soprattutto Nuova, e di Generazione Famiglia (ex La Manif Pour Tous Italia), l’associazione inizialmente nata da un gruppo di giovani romani soprattutto neocatecumenali, lancia il numero verde “anti-gender”.
La Regione Lombardia ci aveva già provato nel 2016, senza grande successo.
Ora invece è l’associazionismo stesso che si fa carico di un tale progetto, che Toni Brandi presenta così:
“A rispondere saremo direttamente noi che passeremo il caso ad esperti psicologi, pedagogisti e insegnanti che raccoglieranno informazioni e valuteranno il pericolo o meno di trovarsi di fronte a un’emergenza educativa. Il problema comprende sia i contenuti di certi libri di testo sia il disagio scolastico rispetto a certe iniziative che si inseriscono nella sfera intima degli alunni. I bambini vengono sempre più “erotizzati” senza il consenso delle famiglie e questa prassi negativa deve finire”.
Il principio è semplice, le finalità celate ma evidenti:
– avere uno strumento che permetta di mappare tutte le iniziative “gender” (educazione di genere, programmi contro le discriminazioni, attività ludico-educativo-ricreative che abbiano per tema genere, sessualità e affettività) per poterle denunciare e bloccare, invitando eventualmente i genitori e le famiglie (sempre naturali) a evitare tale o tal altra scuola, questo o quella docente;
– stilare liste nere di insegnanti posseduti dal demone del gender per poterli ostacolare, denunciare e eventualmente perseguitare pubblicamente, chissà…
Questi movimenti, che si nascondono dietro una falsa aconfessionalità e apoliticità, sono di fatto movimenti religiosi (cattolici) con finalità politiche, tra cui la promozione delle scuole private (cattoliche) come unico spazio “safe” per i bambini (naturali) e le famiglie (naturali), e per la religione, bistrattata – secondo loro – nella scuola pubblica (davvero?).
Nel Brasile illiberale e avanguardista di Bolsonaro, alcuni gruppi hanno promosso una campagna di delazione e di denuncia di docenti adepti della “teoria del gender”, filmati di nascosto e successivamente sottoposti a un vero e proprio mobbing pubblico. Alcuni sono stati costretti a mollare il loro lavoro perché distrutti.
Questa iniziativa di un numero verde “anti-gender” più che un primo passo verso scenari decisamente inquietanti è piuttosto una tappa ulteriore di questa ormai consolidata nuova mobilitazione cattolica, di cui abbiamo già potuto apprezzare la violenza e la determinazione.
Restiamo in allerta.