Su La Stampa del 30 gennaio compare un’intervista a una neonata associazione, Generazione D, composta, secondo quanto riferito, da genitori di adolescenti trans. Il gruppo si auto-descrive come privo di connotazione politica, religiosa o ideologica. Ma solo qualche settimana dopo, dalla pagina Twitter di Generazione D, vengono postati articoli contro «il gender» e contro «l’ideologia lgbtq», contenuti simili a quelli che vengono propagati dai gruppi pro-life. A partire da questo caso abbiamo chiesto un parere sulla strategia comunicativa delle realtà pro-vita, a Massimo Prearo. Il modus operandi di Generazione D può essere ascrivibile al mondo pro-life? Non è la prima volta…

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